Astrazioni floreali

Fotograficamente sono sempre stato attirato dai fiori, ma non sono mai stato soddisfatto delle foto che riuscivo a fare. Nonostante l’impegno erano già tutte viste e riviste; come se ne vedono a migliaia. Ad un certo punto ho capito che non era il fiore in se a dover essere fotografato, quanto ciò che io vedevo nel fiore e nelle sue delicate geometrie e cromie.

Le foto che seguono non fanno parte di un reportage pianificato a tavolino: niente di più distante dalla realtà. Sono foto scattate a fiori trovati più o meno per caso mentre ero in giro a scattare per altri motivi. Paradossalmente non possiedo piante da fiore!

Mi piace pensare di riuscire a catturare l’effimera essenza dei fiori, quasi a trasporre la loro delicatezza ed etereità sul supporto fotografico.Non sempre questo accade; è complicato fotografare uno dei soggetti più inflazionati senza cadere nel deja-vu o nella foto enciclopedico-documentale. Cerco di rendere il fiore facendolo filtrare attraverso la mia sensibilità, visualizzandolo prima ancora di fotografarlo. Rendendolo, se possibile, ancora più etereo e delicato che nella realtà.

È una sorta di idealizzazione, un’istantanea di un’idea che trova compimento nella bellezza delle forme e dei colori. Possono essere dettagli estrapolati dal contesto, macchie di colore o il fiore intero: è poco importante il “cosa”, molto di più lo è il “come”. “Come” da intendere dal punto di vista visuale, non tecnico. “Come” lo vedo nel momento in cui scatto e “come” vorrei che gli altri lo vedessero, anche se il termine giusto dovrebbe essere, “percepissero”. Se questi due “come” collimano allora è una buona foto, altrimenti basterà attendere il prossimo fiore…

 

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